Sei rose gialle

Si conviene che i colori delle rose nascondano dei significati: le rose rosse esprimerebbero amore, passione, le rose di colore rosa degli affetti meno accesi come gratitudine, amicizia e ammirazione, quelle bianche l’amore puro, spirituale; il radioso colore giallo invece manifesterebbe la gelosia di una persona.
Orbene, oggi sono andato a salutare mio padre al cimitero e, tra i rami di orchidee fresche e i fiori artificiali che avevo lasciato all’ultima visita, ho trovato ben sei rose gialle da non molto avvizzite. Non è la prima volta che capita. Prima del ricovero in casa di riposo, la mamma, quando trovavamo questi fiori, si arrabbiava assai. Il motivo di questa rabbia era probabilmente collegato anche al significato espresso dalle rose gialle. E la mamma ipotizzò che fosse l’omaggio al babbo da parte di una donna innamorata e, probabilmente, gelosa di lei. Sembrava perfino avere dei sospetti, mai espressi, sull’identità di questa persona.
Al contrario della mamma, questi omaggi floreali a me hanno sempre fatto piacere perché qualcuno ancora, dopo cinquantaquattro anni, si ricorda di lui. Io poi non ho mai pensato ai significati nascosti dietro alle rose gialle donate al babbo. Mi colpisce, semmai, il fatto che il babbo, non riposando nella Certosa di Bologna, ed essendo la sua tomba molto in alto, la misteriosa visitatrice (ho anch’io la sensazione, come la mamma, che possa essere una donna) deve fare un certo sacrificio, disporre di un po’ di tempo e fare qualche acrobazia. Questi fiori, però, esprimono certamente un sentimento radicato.
Chi può essere, dunque, la donna misteriosa? Escludo che sia una parente da parte paterna: per quanto ne so io, solo una nipote del babbo, ora novantenne, è in vita. Ci telefoniamo periodicamente e da tempo non esce più di casa. E ancora meno penso che la gentile persona si debba ricercare nell’ambito del versante parentale materno.
Ed escludo una conoscente, ormai anziana, che ha parenti sotto lo stesso portico del cimitero. I fiori recati al babbo sono sempre stati differenti da quelli portati dalla signora ai propri cari, quando i primi erano freschi, gli altri erano secchi, quindi posti in tempi differenti.
Amici del babbo? Tutti ormai divenuti polvere oppure troppo anziani.
Per lo stesso motivo scarto l’ipotesi di una un donna innamorata e gelosa di mia mamma.
Le ipotesi ragionevoli si esauriscono qui.
Io invece mi lascio prendere da una bizzarra congettura.
Mio padre, essendo rimasto vedovo, sposò la mia mamma in seconde nozze nel 1955 e le confidò che, circa una decina di anni prima, avrebbe messo al mondo una bambina con un’amante. Il babbo fu gran tombeur de femmes nel corso di entrambi i matrimoni…
La madre della mia sorellastra sarebbe stata una bella contessa, di cui conservo una fotografia autografata, che avrebbe anche esploso un colpo d’arma da fuoco contro mio padre; il concreto ricordo di questo fatto fu una cicatrice sul ventre.
Mi piace allora pensare che la donna delle sei rose gialle sia proprio la mia sorellastra che esegue una disposizione della madre, la contessa innamorata.
E perché il colore giallo che esprime gelosia? Morta la prima moglie, mio padre avrebbe preferito una donna, mia madre, più giovane e più bella della pur avvenente contessa.
Pensieri troppo fantasiosi? Forse sì, però la vita reale è assai più imprevedibile di ogni fantastica supposizione.
Come fare, dunque, per sciogliere il mistero delle rose giallo?
Penso che lascerò sulla lapide del babbo un cartoncino invitando cortesemente la donna misteriosa a telefonarmi.
Spero che sia un’azione efficace.

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