Il fattore K e il Curato da Bologna (Parte settima)

La Lega Nord si assunse la benemerita responsabilità di togliere la fiducia al Berlusconi I. Gliene fummo tutti grati. Al Senatùr sembrò  improvvisamente che il suo datore di lavoro non avesse più un gran aplomb morale. In vita mia, ho battuto le mani a Bossi una volta sola. Questa.

«Mai più con Bossi!», giurava e spergiurava uno.

«Mai più con Berlusconi!», spergiurava e giurava l’altro.

Seguirono cinque anni di litigi fitti tra i due e poi, nel 2001 – la politica è un dedalo di contraddizioni e mangiamenti di parola – l’ex Cavaliere ri-assunse il Senatùr nel suo progetto di partito-impresa. Di nuovo insieme, come i ladri di Pisa.

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Il fattore K e il suo braccio secolare (Parte quarta)

Facciamo il punto della situazione al momento dell’esiziale discesa nell’agone politico del nostro Paladino, Berlusconi, per difenderci dall’invasione dei «rossi».

Era il 1994.

I guai del PCUS iniziarono con la glasnost e la perestrojka. Il 25 dicembre 1991 si compì il destino di Gorbačëv: prima segretario generale del partito, rassegnò le dimissioni dalla carica riciclata di capo di stato dell’URSS. Il PCUS era cessato d’esistere dall’agosto del 1991. Il partito-stato venne dichiarato fuori legge.

Il dissolvimento della Grande Madre Russia fu la vittoria del Capitalismo sul Socialismo. A tutta prima, lo sfaldamento di uno stato totalitario dà gran gioia. Presi dall’euforia, tutti credemmo che fossero arrivati i tempi del definitivo Trionfo del Bene sul Male. L’inizio dell’Era dell’Acquario. Fratellanza, solidarietà e democrazia. Ora, mi chiedo, se le cose siano andate proprio così, come speravamo. Senza quei duri burocrati comunisti mangia-bambini, dopo la sparizione dell’URSS, qualcuno pensa che la situazione internazionale sia, in generale, migliorata?

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