Ieri mattina ho fatto una bellissima videochiamata con la mamma, unico mezzo per vederla fino a che il focolaio di coronavirus non sarà spento. Era di ottimo umore, mi ha riconosciuto immediatamente facendomi delle grandi feste. Ora la mimica è molto più accentuata rispetto a quando stava bene. Immaginatela anche un po’ scoordinata nei movimenti della testa e della mano sinistra. E mi mandava dei baci prima schioccandoli goffamente in aria e poi lanciandomeli con la mano. Me la sarei presa a casa… E poi ho scacciato questo pensiero facendo prevalere il senso della realtà. Realtà triste. Dura per entrambi. La mamma è ritornata al suo piano, il secondo, e l’ho vista salutare tutti quelli che le passavano accanto, quasi come una volta che avrebbe attaccato un bottone anche alle galline. Sono contento di questo perché significa che si è rifatta una nuova vita là, nella casa di riposo. Un cugino della mamma, che purtroppo se n’è andato l’altro ieri per gravi complicazioni da coronavirus, qualche mese fa mi disse di considerare la mamma come una figlia uscita di casa per sposarsi. E la nuova famiglia era costituita da tutte le persone che nella casa di riposo la accudiscono. Avevi ragione, povero Silvio! Eri una persona mite e saggia. Spero che pure tu in cielo abbia trovato la tua nuova famiglia.