«Domani, ti andrebbe d’accompagnarmi a Ferrara dalla Barioni? Ha tempo per ascoltarmi…mi farebbe una specie di audizione, insomma».
Ed io chiesi a Rufo:
«Un’audizione? All’insaputa di Mantovani? È proprio il caso di farla? Sai com’è fatto…le cose prima o poi si vengono a sapere nell’ambiente dei cantanti».
Ero perplesso. Capivo a stento quale utilità potesse avere un’audizione con un soprano senza carriera su palcoscenico. Un soprano diplomatosi a trentacinque anni, per giunta, età in cui diversi cantanti si incamminano per la via dell’irreversibile declino.
«Sì è il caso di farla», rispose Rufo indispettito, come accadeva se qualcuno avesse avuto opinioni differenti dalle sue.
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