Un altro amore per Turandot

La singolarità del negozio ”Dischi Salizzoni“ consisteva nell’avere due entrate opposte, essendo situato dove il Sottopassaggio si sdoppiava in percorsi paralleli. Per il resto era anonimo e poco attraente come tutti i negozi sotterranei.

Vendeva prevalentemente musica  leggera e rock ad una clientela di passaggio, senza troppe pretese. I cultori della musica classica non avrebbero mai trovato  opere rare o  edizioni succulente, quelle che facevano bella mostra alla Casa del disco o da Bongiovanni, negozio sormontato perfino dalle insegne del Toson d’oro e i blasoni dei reali spagnoli, al posto dell’Osteria dei Tre Re. Glorianna, la proprietaria, sopperiva allo scarso assortimento ordinando i dischi classici sistematicamente mancanti, che giungevano però senza fretta. Ai pochi giovani in cerca di musica classica, la negoziante faceva dei consistenti sconti perchè coltivassero più assiduamente la propria passione.

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L’Opera al cioccolato – Una ricetta

«Non amo la cucina francese», dissi a una collega, una di quelle persone che detengono la verità e che vogliono avere ragione a tutti i costi. E modi dalla femminilità assai moderata.

Detta la frase, mi morsi la lingua subito dopo.

La signora prese la sigaretta fumante che pendeva dall’angolo della bocca e mi fulminò con un’occhiata da quattordici milioni di volt.

«Ma che caaazzo dici!», accompagnando la frase, non proprio da fanciulla sullo scalone al ballo delle debuttanti, con una imperiosa oscillazione della mano, a dita congiunte, davanti il naso.

E continuò:

«Sai che quella francese e quella cinese sono cucine codificate?»

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