La professoressa di lettere (1)

La professoressa ottenne un silenzio immediato come dopo un fulmine a cielo sereno. Eravamo increduli. Ricordava Sylvie Vartan, la cantante _yé-yé_, oppure avrebbe potuto essere una valletta del Rischiatutto con Mike Bongiorno al posto di Sabina Ciuffini.

Nel 1971 frequentavo la seconda classe del Liceo Scientifico.
In una tiepida mattina all’inizio di ottobre, tutte le finestre erano ancora spalancate, prevedevamo ore di baldoria poiché le assegnazioni dei professori andavano per le lunghe. Si ebbero risate sguaiate per le reazioni, schiaffi e calci, della Rosina Strocchi contro le assidue vessazioni di alcuni compagni. La gazzarra fu improvvisamente interrotta da una nuova insegnante che entrò con passo veloce. Si sedette alla cattedra mollando con un tonfo libri, registro e borsa.

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Il fattore K e l’importanza di un nemico (Parte terza)

Si succedettero quattro governi berlusconiani, nel 1994, 2001, 2005 e nel 2008. Anni interminabili, in tutto 3340 giorni. O meglio, 3340 notti. La lunga fortuna politica di Berlusconi si interruppe due volte per merito di Romano Prodi, il Professore, alias Mortadella.

«L’Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Qui ho imparato, da mio padre e dalla vita, il mio mestiere di imprenditore. Qui ho appreso la passione per la libertà». Così esordì, nel 1994, l’ipocrita propaganda nazional-popolare del Grande Venditore. Melassa elettorale, roba da coma diabetico con perdita di coscienza collettiva.

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